I cani di grossa taglia devono essere tenuti sotto stretta vigilanza dai proprietari. In caso contrario si configura il reato di lesioni personali colpose in caso di aggressione. Lo precisa la Corte di cassazione con la sentenza n. 22038/09 (pubblicata sul sito di «Guida al Diritto»). I Supremi giudici si sono trovati alle prese con una vicenda decisamente singolare in cui un cane boxer aveva aggredito e ucciso uno yorkshire tenuto in braccio dal proprietario. Oltre alla morte dell'animale, il padrone aveva subito lesioni piuttosto serie al braccio. Decisamente curiosa la decisione del giudice di pace che aveva scagionato il proprietario del boxer ritenendo che le ferite fossero state riportate a seguito di una caduta.

I Supremi giudici, invece, hanno puntualizzato che sebbene le versioni fornite dalle parti fossero tra loro discordanti non poteva non essere riconosciuto un evidente nesso di causalità tra l'aggressione del cane e i danni fisici riportati nonchè la morte del piccolo cane. Quindi l'evento era stato causato dall'evidente stato di negligenza, imprudenza e imperizia da parte del proprietario del cane che avrebbe dovuto vigilare con attenzione sulla condotta dell'animale.

Nella sentenza si legge, peraltro, come il giudice di pace avesse deciso con troppa leggerezza sulla vicenda o comunque non avesse compreso bene lo svolgimento dei fatti perchè da una parte ha preso visione del referto medico prodotto dalla parte lesa (con riconoscimento delle lesioni) e dall'altra non ha riconosciuto il legame con l'aggressione del cane.

 

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